Quando si parla di sostenibilità al giorno d’oggi, è impossibile non chiamare in causa tutto quello che riguarda la tavola. Mangiare, infatti, non è semplicemente un bisogno fisico, ma anche un modo per esprimere i nostri gusti e il nostro punto di vista sul mondo.
Non dimentichiamo poi che, quando si discute di attenzione all’ambiente, si inquadra un driver fondamentale per il successo di un business. Nel momento in cui si ha un ristorante, un hotel o anche solo quando si punta a minimizzare l’impatto della propria vita quotidiana sull’ambiente e ci si concentra sulla tavola, esistono diverse risorse che possono rappresentare un punto di riferimento importantissimo. Tra queste, rientra il bambù. Se vuoi sapere perché il suo utilizzo è sinonimo di attenzione alla sostenibilità, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare alcune informazioni preziose.
Bambù: perché si tratta di una pianta sostenibile?
Prima di entrare nel dettaglio dei motivi per cui il bambù è una pianta che si può annoverare tranquillamente nell’ambito delle più sostenibili, vediamo assieme perché è importante fare attenzione all’impatto sostenibile del mondo del food.
Nel momento in cui rispondiamo a questa domanda, il pensiero corre a tutto quello che riguarda gli imballaggi. Utilizzati per diverse finalità – la principale delle quali è senza dubbio la conservazione degli alimenti – per tanti anni hanno rappresentato un cruccio per quel che concerne la dispersione di plastica nell’ambiente.
Da diversi anni a questa parte, come sicuramente sai già, l’attenzione delle istituzioni e dei privati nei confronti della riduzione della plastica presente nell’ambiente. Per perseguire quest’obiettivo, è stato naturale concentrarsi sull’universo degli imballaggi dove, ormai da tempo, si assiste a progetti scientifici finalizzati a sviluppare packaging sostenibili, realizzati in materiali che vanno dalle bioplastiche alla cellulosa.
In questo ambito, il bambù – che come dimostrano i prodotti venduti sul sito Firstpack.it può essere utilizzato anche per realizzare vassoi, piatti e sacchetti per la spesa – ricopre un ruolo essenziale. Per rendersi conto del suo basso impatto, è doveroso fare riferimento al fatto che, in virtù della sua rapida crescita, il bambù è in grado di immagazzinare una quantità di CO2 decisamente alta, maggiore rispetto a quella di molte altre piante.
Si potrebbe andare avanti ancora molto a elencare i motivi per cui il bambù è una pianta amica dell’ambiente. Utilizzata anche per realizzare stoviglie da caffè, si contraddistingue anche per un altro aspetto importante. In virtù delle sue radici in grado di formare costantemente nuovi germogli, è considerata il non plus ultra quando si tratta di minimizzare l’erosione del suolo.
Queste e altre peculiarità sostenibili hanno messo il bambù al centro di un vero e proprio case history di business. In pochi anni, le piantagioni di bambù in Italia hanno visto un aumento notevole, superando il numero di mille.
Guardando invece alla situazione globale, le previsioni sono a dir poco positive. Ora del 2025, si parla di un incremento notevole del giro d’affari degli imballaggi food sostenibili e del raggiungimento di una cifra superiore ai 440 miliardi. Degno di nota è anche il tasso di crescita annuale che, secondo gli esperti del settore, potrebbe assestarsi attorno al 7% annuo.
A trainare il business in questione ci pensa non soltanto il bambù, ma un altro regalo speciale che la natura ci fa. Di cosa stiamo parlando? Dei funghi, che possono essere utilizzati per sostituire le schiume.
Concludiamo facendo presente che, nell’ambito della produzione di packaging sostenibili per il mondo food, il bambù può essere miscelato anche ad altre materie prime di origine vegetale, come per esempio la manioca.