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Farmaci scaduti: fanno male o semplicemente non fanno?

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Posologie non rispettate o più semplicemente dosi prescritte in eccesso, spesso fanno del nostro cassetto farmacia, uno scomparto colmo di incognite, all’interno del quale la nostra attenzione si rivolge, sempre nel momento di una impellente necessità.
Una recente indagine, ha rivelato che il 65 % dei cittadini degli Stati Uniti, ha in casa farmaci scaduti, e, dato più sorprendente, che più della metà di loro li tiene coscientemente, per utilizzarli.

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Ma quali danni possono derivare dall’assunzione di farmaci scaduti?

Gli esperti affermano che la risposta dipende dalle modalità di conservazione del farmaco e dalla sua natura specifica.

“Di solito, la cosa peggiore che possa accadere è che il farmaco perda efficacia col tempo”,

spiega Edward Langston, farmacista e presidente dell’American Medical Association Board of Trustees.
Solo che certi farmaci, ad esempio l’efinefrina, che viene utilizzata per bloccare gli shock anafilattici, perdono efficacia più rapidamente degli altri:

“Quando stai avendo una reazione allergica potenzialmente fatale l’ultima cosa che vuoi è scoprire che il tuo farmaco non è potente come dovrebbe.Tutto quello che viene venduto in soluzione acquosa potenzialmente si degrada più facilmente”, spiega Todd Cecil, dirigente dell’United States Pharmacopeia (USP), authority che vigila sulla vendita dei farmaci.

Alcuni farmaci, come l’aspirina, possono durare anni dopo la data di scadenza (naturalmente se non sono stati aperti).
Un’aspirina scaduta può diventare più acida e assumere un odore simile all’aceto: questo può causare problemi allo stomaco.

Uno studio della Food and Drug Administration (FDA) su 122 farmaci di ogni classe ha certificato che l’88 per cento, 5 anni dopo la scadenza, è perfettamente integro.
Tra i farmaci più comuni che non rimangono integri a lungo segnaliamo la penicillina in polvere e l’antimalarico meflochina.
Nonostante questi dati rassicuranti, Bill Bailey, direttore di una delle catene farmaceutiche più importanti degli Usa, avverte: “La mia raccomandazione? Se un farmaco è scaduto, è scaduto. Buttatelo via, potrebbe non avere l’effetto che deve avere”.

Come si conserva un medicinale?

Le modalità di conservazione dei farmaci sono riportate sulla confezione o possono essere chieste al farmacista.

In generale la maggior parte dei farmaci si deve conservare a temperatura ambiente, in luogo asciutto e al riparo dalla luce diretta.
Alcuni farmaci (per esempio i vaccini e i granulari ai quali sia stata aggiunta acqua) devono essere conservati in frigorifero.

Questi medicinali devono essere conservati nello scomparto normale del frigo e non nel freezer: è comunque importante controllare spesso che non congelino.

A cosa serve la data di scadenza?

Su tutte le confezioni dei farmaci è riportata la data di scadenza, ossia il termine ultimo entro il quale le confezioni possono essere utilizzate. In genere, per la maggior parte dei farmaci, il periodo di validità è compreso tra i 2 e i 5 anni.
Tale data è da riferirsi alle confezioni integre, conservate rispettando le specifiche disposizioni indicate.
Dopo la scadenza l’attività del farmaco può diminuire e quindi il dosaggio non essere più corrispondente a quello indicato in etichetta, oppure, più di rado, si potrebbero formare sostanze potenzialmente pericolose.

Alcuni farmaci, una volta aperti, possono scadere prima della data riportata sulle confezioni, che è valida solo se conservati nelle condizioni prescritte.
Luce, aria e sbalzi di temperatura possono infatti deteriorare il contenuto e le ripetute aperture della confezione possono causarne la contaminazione o l’inquinamento.
Per questo è opportuno annotare sulla confezione la data di prima apertura e conservare bene i farmaci.
Di seguito è riportato il periodo di validità (dopo l’apertura della confezione) delle più comuni forme farmaceutiche (salvo diversa indicazione sull’etichetta):

      • colliri (flaconcino): 15-20 giorni;
      • colliri (monodose): scadenza confezione;
      • compresse blister: scadenza confezione;
      • compresse flacone: 4-6 mesi;
      • fiale endovena: pochi minuti;
      • fiale intramuscolo: pochi minuti;
      • gocce: 1-2 mesi;
      • gocce per il naso: 15-20 giorni;
      • granulati barattolo: 1-2 mesi;
      • granulati busta: 5 giorni; polveri da sciogliere: 5 giorni;
      • pomate tubo: 2-3 mesi;
      • pomate oftalmiche: 15 giorni;
      • sciroppi: 1-2 mesi;
      • siringhe: pochi minuti;
      • spray nasali: 15-20 giorni.

    Se ci sono dubbi, se un preparato ha cambiato colore, odore o consistenza, scartare anche le medicine non scadute. In ogni caso, per eventuali chiarimenti è bene consultare il farmacista.