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Contratto luce residente e non; cosa cambia?

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contratto luce residente o non

Quando sottoscrivi un contratto di utenza elettrica, ti verranno applicate condizioni diverse a seconda che l’utenza stessa si riferisca ad un’unità abitativa dove hai la residenza anagrafica oppure no, considerandola, quindi, una seconda casa. Cosa cambia?

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Il Contratto Luce

Una casa senza energia elettrica è inimmaginabile; per avere l’energia elettrica occorre sottoscrivere un contratto di fornitura che oggi può essere scelto tra centinaia di diversi fornitori nel mercato libero.

Si tratta di una vera giungla in cui orientarsi non è facile e bisogna essere attenti a non farsi troppo attrarre da sconti sulla componente energia perché spesso vengono caricati in bolletta oneri di commercializzazione che portano a livelli notevoli gli addebiti in bolletta.

In ogni caso i contratti si possono suddividere in Residente o Non Residente. La differenza non è puramente accademica ma sostanziale. La differenza tra i due tipi di contratto si esplica soprattutto sugli Oneri di sistema che vanno a coprire diverse tipologie di costi riguardanti settore e politiche energetiche.

Residente o Non residente si riferisce allo status di chi sottoscrive, quindi si intesta, il contratto di fornitura. Se richiedi la fornitura di energia in una casa in cui hai la Residenza anagrafica potrai fruire delle tariffe minori mentre se la fornitura si riferisce ad una casa in cui non hai la residenza, ad esempio una casa al mare o in montagna, accedi alla tariffa più alta.

La suddivisione degli oneri di sistema

Per i clienti residenti, gli oneri di sistema si suddividono per scaglioni di consumo, fino a 1800 Kw annui oppure oltre tale soglia. Ai Non residenti altre agli oneri di sistema si applica anche una tariffa pari a 135 Euro come quota fissa.

Per questo motivo nelle seconde case, nonostante i bassi consumi, le bollette dell’energia elettrica hanno comunque un certo peso.

La Riforma delle Tariffe Elettriche

Per effetto di una specifica direttiva Europea, nel 2016 è partita una riforma delle tariffe elettriche, un iter articolato che avrebbe dovuto concludersi a gennaio del 2018 ma che è stato differito al 2020.

Attraverso questa riforma, tra l’altro, cambia l’onere di trasporto dell’energia elettrica che rappresenta circa il 40% della bolletta. In pratica attualmente su ciascun Kw consumato si paga una componente di trasporto. Più si consuma, più questa sale, ovviamente, facendo lievitare la bolletta.

Attualmente, quindi, paghiamo un costo progressivo e agganciato al consumo mentre per effetto della riforma questo diventerà una quota fissa in bolletta che non cambia con il consumo.

Chi guadagna, chi perde

Questo rappresenta un chiaro vantaggio per chi consuma molto mentre va a penalizzare le persone che nel tentativo di risparmiare sull’energia cercano di limitare al massimo il consumo.

Ciò significa che saranno agevolate le persone che consumano tanto mentre saranno penalizzate con costi maggiori le fasce più deboli. Certo il vantaggio è anche una semplificazione delle bollette, una maggiore trasparenza.

Le persone in maggior disagio economico possono comunque continuare ad usufruire del Bonus Elettrico che consentono una certa riduzione della bolletta.

Chiaramente saranno anche agevolate le persone che hanno un contratto Residente dal momento che per chi ha una casa di vacanza la quota fissa, slegata dal consumo, avrà un peso maggiore essendo applicata anche nell’ipotesi di consumo zero.

Che fine farà il Mercato di Maggior Tutela

Attualmente esistono due mercati paralleli dell’Energia: il Mercato libero in cui le aziende fornitrici hanno la libertà di proporre le tariffe che meglio credono, in concorrenza tra loro mentre altri oneri restano sotto dettato dell’Autorità dell’Energia.

Al momento esiste ancora il Mercato di Maggior tutela nel quale i distributori di energia sono anche fornitori e sono legati al rigoroso rispetto delle tariffe stabilite dall’Autorità per l’Energia, non un centesimo in più, non uno in meno.

All’entrata in Regime della riforma, nel 2020, il Mercato di Maggior tutela scomparirà e chi si trova con questo tipo di contratto dovrà obbligatoriamente scegliere un altro fornitore, secondo le Associazioni dei Consumatori, dovendo sopportare bollette più pesanti.