Quando il legno dei mobili di casa inizia a marcire e l’intonaco si stacca dalle pareti, si è in presenza di campanelli di allarme che meritano di non essere sottovalutati: gli ambienti sono caratterizzati da un livello di umidità troppo elevato. Nessun allarme, comunque: per risolvere il problema ci si può servire di un deumidificatore, ma a patto che venga scelto in modo oculato.
Una delle prime caratteristiche da valutare per capire di quale deumidificatore si ha bisogno è rappresentata dalla capacità di lavoro, o – a seconda di come la si vuol chiamare – capacità di deumidificazione. Si tratta di un valore che è direttamente correlato con la dotazione tecnologica del dispositivo, e che influenza la potenza e il volume trattabile.
L’unità di misura che viene utilizzata per indicare la capacità di deumidificazione consiste nei litri di acqua che possono essere estratti in un giorno o in un’ora, a seconda dell’unità di tempo che si prende a riferimento. Tanto più il valore è elevato, quanto più è alta la capacità del deumidificatore di trattare dei livelli di umidità ambientale consistenti. In altri termini, un dispositivo ad alta capacità è da preferire quando si deve deumidificare un locale molto umido, ma è bene tener presente che una soluzione di questo tipo ha un prezzo maggiore della media.
Per capire se quello che si sta scegliendo è davvero il miglior deumidificatore acquistabile con cui si può avere a che fare, vale la pena di focalizzarsi anche sulla dimensione del volume di aria che può essere trattata dall’apparecchio. Nella maggior parte dei casi tale indice viene segnalato in metri quadri, e ha il pregio di poter essere confrontato con le caratteristiche del locale in cui il deumidificatore sarà usato dal punto di vista planimetrico. Non si può trascurare la corrispondenza tra la capacità di lavoro e lo spazio su cui si deve intervenire, sia per riuscire a contenere effettivamente l’umidità ambientale, sia per fare in modo che i consumi non siano troppo elevati.
Proprio quello dei consumi è un aspetto di grande importanza in vista di un acquisto, anche perché un deumidificatore di solito è destinato a essere utilizzato per un ciclo di funzionamento piuttosto lungo; non sono rare, poi, le circostanze in cui il dispositivo è addirittura attivo 24 ore su 24. Appare evidente, quindi, la necessità di ricorrere a una soluzione efficiente, tenendo presente che quasi tutti i deumidificatori in vendita oggi si contraddistinguono per un consumo elettrico che viene definito intermittente: in altri termini l’assorbimento di energia maggiore non è continuo ma si verifica a intervalli regolari, tranne che dopo l’accensione, quando è indispensabile che l’apparecchio arrivi al livello di regime nel minor tempo possibile.
Il consumo globale di un deumidificatore, proprio per questo motivo, non ha a che fare direttamente con la durata di servizio, ma è correlato alla sommatoria effettiva dei cicli di funzionamento. Per quel che concerne la potenza, invece, si va da un minimo di poco meno di 100 watt a un massimo di più di 600 watt, a seconda delle dimensioni del modello per cui si decide di optare.